La corretta applicazione dell'Iva al momento dell'emissione della fattura, oltre ad evitare di incorrere in sanzioni amministrative, può rivelarsi un importante vantaggio competitivo rispetto alla concorrenza. Se ne è parlato nel corso di un incontro formativo di approfondimento tenutosi ad Alcamo nelle settimane scorse.
Quello dei serramenti è uno dei pochi settori economici in cui esistono ben quattro tipologie di applicazione dell'Iva: 4%, 10%, 22% o mista 10-22%. Definire con precisione quale sia quella corretta richiede l'analisi di numerosi parametri (tipo di intervento edilizio, tipologia di immobile, servizio richiesto, committente, ecc). Essere in grado di destreggiarsi tra le varie aliquote da applicare può quindi fare la differenza.
Fino al 2018 non era di facile comprensione la modalità di fatturazione in caso di presenza di "beni significativi", tra cui rientrano a pieno titolo gli infissi. Una circolare emessa dall'Agenzia delle Entrate nel mese di luglio del 2018 ha finalmente chiarito la situazione e dettato le linee guida per la corretta applicazione dell'Iva.
A partire dal primo gennaio 2019 inoltre, con l'introduzione dell'obbligo della fatturazione elettronica, i controlli sulla correttezza formale e sostanziale delle fatture emesse sono diventati più stringenti e immediati. In questa situazione, un errore al momento dell'emissione della fattura si traduce per il serramentista nel rischio di contestazioni e di sanzioni amministrative previste dalla legge.
Ma avere le idee chiare sulla corretta applicazione delle aliquote Iva fin dal momento in cui si genera un preventivo diventa per i serramentisti una concreta possibilità e uno strumento reale per ottenere un vantaggio competitivo rispetto alla concorrenza perché consente di offrire i propri prodotti e servizi a prezzi più vantaggiosi per i clienti finali.
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